INSONNIA DA PRIMO ESAME UNIVERSITARIO

Si girava e rigirava nel suo letto al pensiero di quel che l'attendeva l'indomani.Quella notte Serena divideva la stanza con l'amica Elena,interprete in quelle ore di lunghi monologhi(con molta probabilità ripassava l'argomento dell'esame)forse nella speranza d'autoipnotizzarsi,in vista, anche lei, della prova del giorno seguente.

La sveglia sul comodino segnava le due della notte- < Non è possibile!E'già il nuovo giorno!Tra poche ore...Uff!>>e così pensando Serena scivolava col pensiero nei più oscuri meandri della psiche umana, dove regnavano mostri alla cattedra pronti a divorarla.Chiuse gli occhi,li riaprì poco dopo.Qualcosa alla sua sinistra aveva disturbato la sua delicatissima concentrazione nel lasciarsi sedurre da Morfeo :

l'amica Elena spazientita dal logorroico ticchettio della sveglia,l'aveva sigillata nel cassetto del comodino.Voleva avere lei l'esclusiva sui monologhi.Continuava così a bisbigliare...Serena non osò chiederle nulla, si voltò dall'altra parte preferendo l'opera astratta realizzata con notevole passione dall'umidità sul muro,un tempo,color panna.Cercava d'addentrarsi in quelle macchie e con una buona dose d'immaginazione vi scorse un bel boschetto,chiuse gli occhi accennando un sorriso con le labbra.

Silenzio...

- < C'è una luce...E' gioooornooooooooooo?Possibile che abbia dormito già tanto?>> -pensava Serena continuando a mantenere le palpebre chiuse.Le pareva che l'ambiente fosse rischiarato,come quando,con gli occhi ancora chiusi,percepiamo il calore della luce del mattino.In realtà eran passati solo pochi minuti dall'ingresso di Serena al boschetto.Attese qualche istante prima di voltarsi verso l'amica,che aveva smesso di bisbigliare con gli occhi spalancati rivolti al soffitto.Le due ragazze si guardarono,si girarono verso l'uscio all'unisono e poi si riguardarono nuovamente.Una luce tagliava prepotentemente la vetrata opaca della loro stanza.Serena rassicurò l'amica - < Vedrai che tra poco la luce sarà spenta,è la mia coinquilina,avrà lasciato qualcosa all'ingresso>>.Non era sicura di quel che aveva detto,ma si augurava che le cose andassero così.

La luce era ancora accesa un'ora dopo.Serena s'alzò,le balenava in mente l'idea che la sua coinquilina avesse deciso d'aggiungere del pepe a quella notte così sciapa,inaugurando proprio in quell'occasione il suo libro di studi ancora intatto e perdipiù nell'ingresso adiacente alla camera delle due ragazze.Mantenne la calma,se non altro per tener fede al suo nome di battesimo - < Katia,potresti studiare in cucina o nella tua stanza?Con questa luce non riesco a dormire...Son già le tre>>.Mentre proferiva tali parole i dubbi di Serena su Katia divenivano certezze -

< Trattasi di dispettuccio partorito da mente avvezza solo a generare fastidi altrui.D'altronde deve pur dare un senso alla sua vita>>.

Katia rispose con un ghigno sul viso e con uno sguardo che non prometteva nulla di buono...

Serena ritornò in stanza cercando con gli occhi la sveglia,poi ricordò che riposava sul comodino e pensò fosse meglio non disturbarla.Almeno "lei" riposava.Le due fanciulle si augurarono nuovamente "buonanotte" e chiusero gli occhi.Qualche istante dopo improvvisi rumori provenienti dalla porta della loro camera richiamarono l'attenzione delle ragazze disperate:la vetrata dell'uscio era stata oscurata dall'esterno per mano di Katia e quei rumori somigliavano a strappi di scotch.Serena era stanca e arrabbiata,ma scelse di lasciar perdere,richiuse gli occhi e si voltò nuovamente verso il suo muro artistico,pur sapendo che quelle birichinate fuori luogo avevano allontanato del tutto Morfeo.A completare la festa si prenotava il bisognino notturno,pronto a far capolino spesso nei momenti meno opportuni.< Alziamoci va!>>così dicendo Serena s'avviò verso la porta;< Vengo con te>>la seguì seguì Elena.Girata la maniglia per aprire ,la porta pareva bloccata,incollata.Con forza ,animata oramai da rabbia, la porta fu aperta dopo vari tentativi per poter strappare lo scotch che le sigillava.

Iniziarono la colazione alle 4:30 non prima d'aver invitato la dolce Katia.